sabato 3 novembre 2007

KANJI, HIRAGANA E KATAKANA



I Kanji (漢字) sono i caratteri usati nella scrittura giapponese in congiunzione con i sillabari hiragana e katakana.
I kanji derivano dalla scrittura cinese, che una volta introdotta in Giappone apportò mutamenti sostanziali alla lingua giapponese. In generale i caratteri si usano per rappresentare le parti morfologicamente invariabili delle espressioni giapponesi (come i semantemi). Un kanji può quindi rappresentare la radice dei verbi, degli aggettivi o, integralmente, una buona parte dei sostantivi della lingua giapponese.
La lettura detta on (on'yomi) di un kanji deriva a livello fonetico dalla sua pronuncia cinese. La kun'yomi è invece la pronuncia genuinamente giapponese della parola (o parte di parola) stessa.
Per esempio, il kanji 旅 vuol dire "viaggio". La pronuncia kun (generalmente utilizzata quando il kanji è isolato) è tabi, mentre la lettura on (di solito utilizzata quando il kanji è accompagnato da altri ideogrammi) è ryo.
I kanji possono avere più letture on in quanto gli stessi vocaboli furono importati dalla Cina in epoche diverse, in cui dunque la pronuncia era mutata. Ad esempio, il kanji 生 può essere letto, tra gli altri modi, sia sei sia shō, a seconda dei vocaboli in cui si trova.
Secondo le stime più recenti, il numero totale di kanji esistenti dovrebbe essere compreso all'incirca tra i 45000 e i 50000, ma di questi solo 2928 (i jōyō kanji, kanji di uso comune), di cui 983 per i nomi propri, possono essere utilizzati per la stampa. Nel caso si utilizzi un kanji non presente fra i jōyō si è soliti suggerirne la pronuncia con dei piccoli hiragana, chiamati furigana.
Il fatto che esista un numero preciso di kanji utilizzabili per la stampa dimostra l'intenzione, in passato, di cancellare gradualmente l'uso degli stessi, sostituendoli con i kana (alfabeti sillabici). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, infatti, si tentò di occidentalizzare il Giappone anche sotto questo aspetto: la lista dei kanji per la stampa partiva da soli 1850 caratteri (tōyō kanji). L'uso degli ideogrammi, però, resistette, probabilmente per via delle peculiarità stesse della lingua giapponese tra le quali la ricchezza di omofoni. L'uso dei soli kana renderebbe la comprensione dello scritto molto più ostica rispetto a quanto lo sia con il sistema attualmente in uso.

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